L’evoluzione del quadro normativo relativo alla tutela delle risorse idriche, determina un contesto del tutto nuovo rispetto al passato.
Oggi, le politiche a tutela della risorsa idrica, con la nuova disciplina nazionale e comunitaria, si devono porre come obiettivo, non più quello di garantire il “controllo puntuale allo scarico di parametri per lo più chimico-fisici”, che caratterizzava la legge 319/76, ma quello di garantire la capacità autodepurativa naturale dell’acqua attraverso la tutela integrata dei corpi idrici in quantità e qualità.La tutela quali-quantitativa dell’acqua passa attraverso attività di monitoraggio e controllo, dalle quali si possono ottenere dati e informazioni che costituiscono il patrimonio informativo necessario al fine di predisporre le risposte più adeguate alle prescrizioni normative e alla pianificazione degli interventi strutturali quali strumenti di tutela.
Oggi, le politiche a tutela della risorsa idrica, con la nuova disciplina nazionale e comunitaria, si devono porre come obiettivo, non più quello di garantire il “controllo puntuale allo scarico di parametri per lo più chimico-fisici”, che caratterizzava la legge 319/76, ma quello di garantire la capacità autodepurativa naturale dell’acqua attraverso la tutela integrata dei corpi idrici in quantità e qualità.La tutela quali-quantitativa dell’acqua passa attraverso attività di monitoraggio e controllo, dalle quali si possono ottenere dati e informazioni che costituiscono il patrimonio informativo necessario al fine di predisporre le risposte più adeguate alle prescrizioni normative e alla pianificazione degli interventi strutturali quali strumenti di tutela.